Human RightsResearch

.HumanRights: le aziende italiane a confronto sulla comunicazione dei diritti umani

La nostra ultima ricerca rivolge lo sguardo a un tema sempre più centrale e quanto mai emblematico, su cui tutte le aziende sono chiamate a comunicare con trasparenza e a prendere posizione.

Con .HumanRights prosegue il nostro lavoro di ricerca sulla comunicazione della componente sociale della sostenibilità. La nostra ultima analisi coinvolge 45 grandi aziende italiane, valutate nella capacità di raccontare il proprio impegno nel rispetto e nella tutela dei diritti umani in modo coinvolgente, trasparente e credibile. Abbiamo voluto affrontare questo tema complesso e delicato per offrire alle imprese un solido supporto con cui orientarsi in uno scenario sfidante e mutevole. I risultati della ricerca sono stati pubblicati in Imprese e Territori del Sole 24 Ore in un articolo dedicato.

Perché una ricerca sui diritti umani? 

I diritti umani stanno assumendo sempre più rilevanza nel contesto della responsabilità sociale d’impresa. Alla base di questa evoluzione ci sono diversi fattori.  

In primis la CSDDD, la Corporate Sustainabiity Due Diligence Directive, che rafforza gli obblighi delle grandi aziende a verificare e prevenire i rischi di impatti negativi sulle persone e sull’ambiente lungo la propria catena di fornitura. Ad accrescere la pressione sulle aziende sono anche gli investitori, sempre più orientati su strategie di investimento ESG. 

È un ambito di enorme impatto sull’opinione pubblica e, di conseguenza, sulla reputazione aziendale. Interi settori, e non solo singole aziende, risentono delle ripercussioni di ogni caso di cronaca. Riguadagnare fiducia e autorevolezza passa anche da una giusta strategia di comunicazione, oltre che, ovviamente, da azioni concrete. 

Coinvolgere per riconquistare fiducia 

Il rispetto dei diritti umani deve quindi essere comunicato in maniera efficace, affiancando alla compliance messaggi e formati più accessibili e dalla portata più ampia. Infatti, bilanci e policy sono importanti, ma si rivolgono a una cerchia troppo ristretta di addetti ai lavori. Altrettanto importante è riuscire a raggiungere consumatori, comunità locali e gli altri stakeholder esterni rilevanti per l’azienda.  

Per riconquistare fiducia e credibilità, dunque, non serve solo maggiore trasparenza ma anche più proattività nel coinvolgere gli interlocutori. Da questo punto di vista, le possibilità per le aziende sono diverse e implementabili su più livelli: campagne sui media, storytelling, partnership, eventi, progetti ad hoc, incontri con le comunità, per fare alcuni esempi.  

Ogni azienda può e dovrebbe calare questa sfida nella propria realtà e farla sua. Perché tutte le organizzazioni sono coinvolte e devono fare la loro parte. La nostra ricerca dimostra che c’è ancora molto lavoro da fare, ma mette in evidenza anche dei casi virtuosi: imprese che stanno già cogliendo questa opportunità per riavvicinarsi alle persone. 

White paper
.HumanRights 2024

Contattaci

Per ulteriori informazioni sulla ricerca, ricevere i risultati salienti per aree e ordinare un report personalizzato, contattare:

I driver della ricerca e le aziende incluse 

Abbiamo condotto la ricerca applicando un protocollo mutuato dal metodo di analisi Lundquist .trust e .sustainability, composto di 37 assessment point organizzati in 4 aree di indagine: 

  • Strategy – esiste una visione strategica e allineata agli obiettivi di sostenibilità? 
  • Topics – quali sono gli aspetti dei diritti umani trattati? 
  • Communication – come viene trattato il tema e con quali contenuti? 
  • Advocacy – quanto risulta credibile l’impegno? Ci sono voci reali che si esprimono a riguardo nell’azienda? 

Nel campione, abbiamo considerato le 45 aziende che hanno ottenuto i migliori risultati nella sezione “Temi & Percorso” della ricerca .sustainability Italia. Nell’analisi abbiamo raccolto anche una serie di casi esemplari di comunicazione tra oltre 20 grandi multinazionali.  

I risultati: un tema riconosciuto ma ancora poco comunicato 

Dalla nostra analisi emerge uno scenario contrastato. In sintesi, i diritti umani sono un tema riconosciuto dall’intero campione di ricerca, ma su cui poche aziende comunicano in modo davvero approfondito, convincente e coinvolgente. L’argomento, nelle sue tante sfaccettature, è infatti trattato da tutte le aziende considerate, specialmente all’interno dei codici etici. La maggior parte delle aziende (71%) presenta sul proprio sito una policy specifica 

Un’altra informazione significativa registrata dalla nostra analisi è che più di due terzi delle imprese includono i diritti umani nei propri temi materiali, tra cui un 42% che li considera come tema ad alto impatto. A questi dati, però, non corrisponde una visione strategica strutturata, se non in rari casi. Infatti, solo il 31% delle aziende traduce il suo impegno in obiettivi definiti, e solo il 13% in obiettivi quantitativi. 

Ampi margini di miglioramento emergono dai dati relativi la comunicazione. Infatti, solo metà del campione dedica ai diritti umani una pagina sul sito corporate e si impegna a descrivere le iniziative intraprese. Inoltre, solo il 20% affronta il tema per mezzo di contenuti narrativi.  Il quadro più critico emerge in termini di advocacy. Nel complesso mancano le prese di posizione da parte delle leadership aziendali, riscontrate solo nel 9% dei casi, mentre risulta più incoraggiante il dato sulle partnership, presentate dal 18% del campione. 

I best performer per settore 

  • Industrial & Services: Fincantieri, Saipem, Stellantis 
  • Energy & Utilities: Eni, ERG, Terna 
  • Fashion: Moncler, Oniverse 
  • Food & Beverage: Ferrero, Lavazza 
  • Financials: Intesa Sanpaolo, Poste Italiane