La 28esima edizione della ricerca Webranking, anticipata in esclusiva da L’Economia del Corriere della Sera, conferma le aziende italiane tra le migliori in Europa, ma evidenzia un panorama sempre più contrastante: cinque si confermano tra le Top 10 europee, ma undici finiscono nelle ultime 100 posizioni.
In un contesto in cui la comunicazione aziendale è trasformata dalla Direttiva CSRD, dall’intelligenza artificiale e da richieste di trasparenza sempre più elevate, emergono sfide ma anche opportunità per ridefinire strategie più credibili e distintive. La ricerca, condotta da Lundquist in collaborazione con Comprend, esamina come le principali aziende europee rispondano alle aspettative degli stakeholder, misurando il divario tra quanto comunicato e quanto richiesto per essere davvero trasparenti.
I risultati dell’edizione 2024-2025
Le aziende italiane mostrano risultati sempre più contrastanti. Cinque società italiane si confermano tra le Top 10 in Europa: Terna, Poste Italiane, Snam ed Eni occupano i primi quattro posti della classifica, mentre Generali si posiziona al sesto posto, subito dopo la società svedese Sandvik. Tra le prime 30 aziende della classifica Europe 500 troviamo anche Mediobanca (18esima posizione), Amplifon (20esima) e Intesa Sanpaolo (26esima). Quest’anno, il titolo di “best improver” in Italia è stato guadagnato da Interpump (+9,5), Poste Italiane (+6,9) e Nexi (+6), evidenziando un impegno crescente verso il miglioramento nella comunicazione e nella trasparenza.
Nonostante alcuni successi, la performance media delle aziende italiane è in calo rispetto allo scorso anno. In questa edizione, la media italiana si attesta a 53,74, posizionando l’Italia al terzo posto nella classifica dei paesi europei inclusi, superata da Finlandia e Svezia. Inoltre, più della metà delle aziende italiane analizzate quest’anno ha ottenuto un punteggio inferiore a 50 su 100, con ben 11 società nelle ultime 100 posizioni della classifica europea. Questo mette in evidenza le difficoltà di molte aziende italiane nel rispondere alle aspettative di trasparenza degli stakeholder.
Le società italiane virtuose in Europa
Terna si conferma al vertice europeo per il quinto anno consecutivo, attraverso una comunicazione che punta sulla trasparenza ma anche sulla necessità di spiegare un business complesso ad un pubblico più ampio. Poste Italiane balza al secondo posto nella classifica europea. L’azienda ha guadagnato due posizioni e migliorato di 6,9 punti rispetto all’anno scorso, ottenendo il punteggio più alto a livello europeo per la qualità e il dettaglio delle informazioni dedicate ad analisti e investitori (area tra le più deboli nella ricerca) ma anche per i contenuti su strategia, sostenibilità e macro-trend.
Snam conquista il podio per il 11° anno consecutivo, posizionandosi terza assoluta e prima nel settore Energy (uno dei migliori a livello europeo). Si dimostra ancora una volta Top Performer per quanto riguarda la presentazione dell’identità aziendale e la comunicazione rivolta ai jobseeker. Chiarezza e completezza caratterizzano anche la presentazione delle informazioni per investitori ed esperti di sostenibilità. Eni conferma anche quest’anno il punteggio più alto a livello europeo per le informazioni ESG e la presentazione dell’identità e delle attività aziendali, incrementando allo stesso tempo la propria performance di 4,4 punti.
Spiccano anche le performance nel settore bancario di Mediobanca e Intesa Sanpaolo. Mediobanca si distingue per l’approccio strategico e approfondito con cui risponde alle esigenze di analisti e investitori. Prima nel settore Financial Services, l’azienda riesce a fornire un quadro dettagliato e trasparente delle proprie attività finanziarie, un traguardo che resta sfidante per molte società europee. Intesa Sanpaolo si posiziona al vertice del settore Banking, grazie a una comunicazione chiara e dettagliata sull’approccio alla sostenibilità e a una forte attenzione verso le opportunità di crescita per dipendenti e nuovi talenti.
I nuovi equilibri tra i settori europei
L’edizione 2024-25 della ricerca Webranking introduce grandi cambiamenti nella classifica dei settori migliori per trasparenza e credibilità. Basic Resources mantiene il primo posto, confermandosi leader per il secondo anno consecutivo. Il podio, però, subisce un rimodellamento: le aziende nel settore Telecommunication avanzano dalla settima alla seconda posizione, con un incremento di sei punti, mentre Energy passa dal quarto al terzo posto, grazie a un aumento complessivo di quasi 5 punti. In questo miglioramento spiccano le prestazioni di due aziende italiane, Snam ed Eni.
Il settore Utilities, nonostante l’ottima performance del top performer Terna, retrocede dal secondo al quarto posto, mentre le aziende Chemicals, medaglia di bronzo nelle ultime due edizioni, scivolano al quinto posto. Dietro di loro, a pochi punti di distanza, si posiziona il settore Insurance, trainato dai risultati di Poste Italiane e Generali.
I settori Banks e Financial Services continuano a deludere, registrando miglioramenti minimi e mantenendo difficoltà in aree chiave come la comunicazione finanziaria. Tuttavia, i leader del settore, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, si confermano nelle posizioni alte della classifica. In fondo alla classifica il settore Retail scivola all’ultima posizione, perdendo quasi due punti rispetto al già basso punteggio dello scorso anno. Real Estate e Travel and Leisure restano nelle retrovie, mentre il settore Technology mostra segnali positivi con un incremento di cinque punti rispetto alla scorsa edizione.
Su L’Economia del Corriere della Sera di oggi trovate un articolo dedicato ai risultati di questa edizione.
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Comunicazione corporate: alla ricerca di un nuovo purpose
A distanza di 28 anni dal lancio della prima edizione di Webranking, la comunicazione aziendale sta attraversando una trasformazione profonda. Da un lato, la Direttiva Europea CSRD impone maggiore trasparenza e standardizzazione delle informazioni; dall’altro, l’intelligenza artificiale sta ridefinendo il modo in cui i dati vengono analizzati, rendendo imprescindibile una comunicazione chiara e autentica per riflettere l’identità dell’azienda.
In questo scenario, il sito corporate si riafferma come strumento strategico per offrire informazioni affidabili e rispondere a un pubblico sempre più esigente. Non può però essere una semplice replica dei bilanci, ma deve proporre una narrativa trasversale che connetta le diverse aree aziendali, basandosi sulla strategia di business e sul ruolo che l’azienda vuole giocare nel mondo.
Le aziende che offrono contenuti credibili, basati su evidenze e capaci di riconoscere difficoltà e progressi realistici, sono avvantaggiate in un contesto dove l’intelligenza artificiale guida sempre di più le ricerche online. Ma la comunicazione corporate non può limitarsi al sito istituzionale: deve estendersi a tutto l’ecosistema aziendale, parlando anche a clienti e consumatori, e affrontando temi rilevanti come diritti umani, DEI, sostenibilità, e innovazione.
“Nei tempi della CSRD, non si può rimanere prigionieri della compliance. Serve il coraggio di fare delle scelte nette per distinguersi, mettendo in comune i temi rilevanti per il futuro dell’azienda”