La 29esima edizione della ricerca Webranking Europe 500, anticipata in esclusiva da L’Economia del Corriere della Sera, restituisce un quadro chiaro: in un contesto dominato dall’avanzata dell’AI, dall’evoluzione delle normative sulla sostenibilità e da una crescente incertezza informativa, la trasparenza torna a essere un punto fermo per costruire credibilità e fiducia. L’analisi ha preso in esame le 500 maggiori società europee per capitalizzazione, tra cui 31 aziende italiane, valutandone trasparenza e qualità della comunicazione digitale attraverso oltre 270 criteri basati sulle richieste fondamentali degli stakeholder.
I risultati dell’edizione 2025-26
Per la prima volta, Poste Italiane conquista la medaglia d’oro, affermandosi come l’azienda più trasparente d’Europa nella comunicazione corporate digitale. Si confermano alle primissime posizioni anche Terna, Snam ed Eni, che da anni presidiano con continuità i vertici della Europe 500. Seguono, poi, la finlandese Wärtsilä, la spagnola Iberdrola e le svedesi Sandvik e Trelleborg. A completare la Top10 europea, la svizzera Givaudan e la finlandese Valmet.
Tra le società italiane, A2A ottiene il riconoscimento di Best New Entry, mentre BPER Banca emerge come Best Improver italiana. Mediobanca guadagna tre posizioni in classifica rispetto al 2024, mentre Intesa Sanpaolo si distingue nell’area “Carriere”, dimostrando apertura e trasparenza verso i jobseekers, oggi particolarmente esigenti.
Ma al di là dei casi di successo, il dato di fondo resta eloquente: quasi due terzi delle aziende italiane si collocano oltre la 100ª posizione, con oltre metà della componente nazionale che scende sotto la 300ª. Una dinamica che riflette una tendenza europea più ampia: il 60% delle aziende peggiora rispetto allo scorso anno, anche a seguito dell’aggiornamento dei criteri della ricerca per riflettere le richieste degli stakeholder. A distinguersi in un simile scenario, le aziende finlandesi, che spiccano come modello di rigore informativo e continuità nella comunicazione corporate.
Tre sfide che stanno ridefinendo la comunicazione corporate
L’AI amplifica l’importanza della qualità del contenuto
L’avanzata dell’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente il panorama informativo. La generazione automatica di testi, l’evoluzione dei motori di ricerca interni e l’adozione di chatbot intelligenti promettono efficienza, ma impongono una condizione essenziale: disporre di contenuti di qualità, chiari, strutturati e verificabili.
L’AI non risolve il problema della trasparenza: lo rende più evidente. Senza contenuti accurati, aggiornati e disponibili in formati strutturati, anche gli strumenti più evoluti rischiano di diffondere imprecisioni o amplificare lacune informative. Webranking premia proprio questo: la capacità delle aziende di offrire informazioni solide e accessibili.
La CSRD innalza il livello dei dati, ma appiattisce i linguaggi
L’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha portato maggiore rigore, comparabilità e tracciabilità nella rendicontazione ESG. Tuttavia, la standardizzazione richiesta dalla normativa ha generato un effetto collaterale crescente: l’appiattimento del racconto aziendale.
I dati sono più solidi, ma spesso meno leggibili; le informazioni sono più complete, ma meno differenzianti. In questo contesto, il sito corporate assume un ruolo fondamentale: trasformare la rendicontazione in una sustainability value proposition, cioè in un racconto chiaro del valore generato, delle scelte strategiche e dell’impatto concreto delle attività aziendali.
È qui che le imprese possono distinguersi, restituendo profondità e interpretazione a dati che, da soli, rischiano di rimanere tecnici e indecifrabili per gli stakeholder non specialisti.
Communication uncertainty: dalla polarizzazione post-Trump alla crisi della fiducia
Il contesto comunicativo internazionale è oggi caratterizzato da una crescente communication uncertainty. La polarizzazione del dibattito pubblico – accelerata negli anni post-Trump – la diffusione di informazioni contrastanti e la retorica della “contro-narrazione” hanno reso più difficile per le aziende costruire fiducia.
Gli stakeholder sono più esigenti e più scettici; cercano evidenze, non slogan. Per questo, la capacità di raccontare in modo concreto il valore generato, con informazioni verificabili e confrontabili, diventa una leva competitiva centrale.
Il sito corporate si conferma il luogo in cui questa promessa può essere mantenuta: un perimetro controllato, aggiornabile e trasparente, dove dati, strategie e impatti possono essere presentati in modo chiaro e verificabile.
«Nell’era in cui tutto si può generare, la trasparenza è ciò che restituisce peso alla verità», conclude Lundquist. «Servono contenuti pensati e coerenti, capaci di mostrare concretamente il valore che un’azienda porta ai suoi stakeholder».
Su L’Economia del Corriere della Sera di oggi trovate un articolo dedicato ai risultati di questa edizione.
White paper
Webranking EU500 2025-26
“In un mondo in cui è sempre più difficile distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è, il sito web aziendale diventa un porto sicuro, il luogo dove trovare informazioni corrette e affidabili“
Joakim Lundquist, CEO di Lundquist
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