In un contesto in cui aumenta la sfiducia nei confronti di imprese e istituzioni, le aziende italiane si confermano ai vertici della classifica europea.
Irisultati della 27esima edizione della ricerca Webranking, anticipati in esclusiva a L’Economia del Corriere della Sera, vedono ancora le imprese italiane sul tetto d’Europa. In uno scenario dominato da greenwashing e sfiducia collettiva, che richiede estrema concentrazione sulla trasparenza nella comunicazione, si riafferma il ruolo cruciale del sito corporate, l’unico spazio digitale che garantisce una visione globale, affidabile e sempre aggiornata dell’azienda.
In questo contesto, la ricerca Webranking, condotta da Lundquist in collaborazione con Comprend, valuta come le principali aziende europee rispondono alle esigenze degli stakeholder in modo credibile e trasparente, misurando il gap fra le informazioni presentate e le aspettative degli interlocutori esterni.
I risultati dell’edizione 2023-2024
Terna e Snam si confermano ai vertici della classifica europea, con Eni che riconquista il podio al terzo posto, consolidando il dominio delle società italiane del settore Energy & Utilities. Con Poste Italiane e Generali sono 5 le aziende italiane stabili nella Top10, completata da due società svizzere, due finlandesi e una svedese.
Red Eléctrica de España si aggiudica il titolo di “Best improver” in Europa, scalando ben 263 posizioni grazie a un miglioramento di 21,2 punti, mentre tra le società italiane è Stellantis a registrare la crescita maggiore in termini di trasparenza (+14,9), seguita da Ferrari (+12,3), Campari (+11,4) e Prysmian (+10,1).
La performance dei Paesi europei
L’ottima performance di alcune aziende italiane si inserisce in un contesto di risultati eccellenti ottenuti anche da altri Paesi europei. Al vertice la Finlandia, che assicura due aziende nella Top10 e presenta un punteggio medio superiore di oltre 20 punti al resto del campione. Al secondo posto, 7 punti sopra la media europea, troviamo la Svezia, con le aziende da sempre tra le più attente in termini di trasparenza sul digitale.
Seguono a poca distanza Italia e Germania, che raccontano due storie differenti. La Germania, con alcuni campioni nella Top50 e poche aziende nelle ultime 100 posizioni, mostra un’attenzione per la trasparenza più diffusa, mentre l’Italia si presenta da anni a due velocità. Da un lato, aziende che si confermano ai primi posti in Europa; dall’altro, ancora molte società che si attestano nella parte bassa della classifica e che non fanno registrare miglioramenti.
Un Paese importante come l’Inghilterra registra, invece, una performance inferiore alla media europea. Le aziende anglosassoni utilizzano i canali digitali soprattutto per sviluppare una narrativa aziendale coerente e raccontare investment case e strategia di business, ma mancano di attenzione nella disclosure dei dati di bilancio. Da ultimo, troviamo la Francia, che con una media ben inferiore a quella europea e molte aziende tra le ultime 100 posizioni, mostra un’attenzione limitata ai mercati internazionali
Highlights
2023-2024
27° edizione europea
500 società valutate in Europa
28 aziende italiane incluse nel campione di ricerca
388 partecipanti alle indagini di mercato tra professionisti della comunicazione corporate, analisti, investitori, giornalisti e jobseekers
Whitepaper
Webranking Europe 500
2023-2024
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La trasparenza per combattere greenwashing e sfiducia
In un clima di crescente sfiducia verso aziende e istituzioni, i risultati della ricerca Webranking ribadiscono, ancora una volta, l’importanza di restare concentrati sulla trasparenza nella comunicazione. Ciò significa fornire dati e numeri inserendoli, però, in un contesto ben preciso, raccontando visione e impatti sui temi più rilevanti per gli stakeholder e la società, perché trasparenza è anche sinonimo di accessibilità a un pubblico più ampio.
L’edizione di quest’anno ha registrato segnali incoraggianti, primo fra tutti il miglioramento della comunicazione rivolta a lavoratori e jobseekers, area storicamente tra le più deboli della ricerca.
La comunicazione finanziaria si conferma, invece, il tallone d’Achille delle imprese europee. Una scarsa attenzione alla presentazione convincente dei dati e della strategia, che si ritrova anche nella trattazione degli ESG, in cui troppo spesso si riscontra l’assenza di numeri, obiettivi ed esempi che diano sostanza a dichiarazioni che rischiano di restare di facciata.
La vera opportunità da cogliere è rendere tangibile il proprio impegno, di fronte a un pubblico vasto ed eterogeneo che non è più disposto ad accontentarsi solo di dichiarazioni di intenti.
“Esiste un divario ancora troppo grande tra parole e fatti. In un contesto di sempre maggiore sfiducia verso imprese e istituzioni, è tempo di investire in una comunicazione che risulti facilmente accessibile a un pubblico più ampio.”